La tradizione gastronomica locale - particolarità

Data di pubblicazione:
04 Dicembre 2018
La tradizione gastronomica locale - particolarità

La sostanziosa cucina locale è quella tipica delle zone di montagna. Tra gli ingredienti più usati ci sono le patate silane, i cavoli, le carote, le fave, i fagioli e le cicorie. Nelle giornate più fredde, inoltre, nelle pentole borbottanti delle massaie di Panettieri non manca quasi mai un buon minestronearricchito dalle gustose cipolle prodotte nelle zone vicine. Molto usata è anche la carne, che qui si arricchisce di prelibate alternative come il cingiale e la lepre, mentre la pasta, spesso fatta in casa, è condita con gustosissimi ragù.
Altra tradizione è quella della preparazione di insaccati come salsicce, capicolli e soppressate, e di contorni sott'olio come olive schiacciate, melanzane e pomodori, spesso utilizzati per inaugurare i convivi più ricchi.


formaggi prodotti, semplici e aromatizzati, sono in genere le ricotte fresche e stagionate, i tomini e le tradizionalissime "Jungate", prodotti tipici della tradizione la cui ricetta viene tramandata di generazione in generazione. Anticamente chiamate "casuricotte", le Jungate sono dei composti di ricotta e formaggio, da cui la provenienza dell'antico nome. Il processo di lavorazione è particolarmente complesso e lungo, in considerazione del fatto che si può trovare sul mercato sia affumicata che asciugata al sole, e con differenti forme. Vengono infine prodotti anche altri tipici formaggi: semi-duro, affumicato, al peperoncino, alle ceneri, all'olio d'oliva, alla rucola, alle foglie di noci e alle vinacce.


Tra le principali produzioni artigianali si segnalano i "Taralli", biscotti salati a forma di piccola ciambella, aromatizzati con semini di anice. Particolarmente legata alle festività del Natale, della Pasqua o del Carnevale è invece la preparazione di prodotti come le pittelle (queste ultime erano preparate con un impasto di farina di castagna e di segale che veniva steso sul timpune e lasciato a lievitare per poi essere fritto nell'olio), le grispelle (ottenute dall'impasto di farina e fecola di patate, talvolta con l'aggiunta di sarde), i pirilli (dolci di farina di castagne e di segale così chiamati perché l'impasto veniva versato nella padella con un cucchiaino e nella caduta assumeva l'aspetto di una piccola pera), le pignolate (piccoli impasti di farina di grano tenero fritti e ricoperti di miele), i turdilli (dolci ottenuti con l'aggiunta nell'impasto di mosto e miele) e le chiacchiere (preparate con pasta sfoglia e ricoperte di zucchero a velo.

Ultimo aggiornamento

Giovedi 13 Dicembre 2018